giovedì 17 maggio 2012

Studenti più bravi con la lavagna interattiva

 

 

Una ricerca GfK Eurisko per conto di Pearson fa il punto sulla rivoluzione digitale Migliorano apprendimento e concentrazione. Ma in molti istituti c’è solo il vecchio gesso

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Professori esperti e di lungo corso, che ammettono le difficoltà di insegnare ai cosiddetti «nativi digitali». Ovvero agli studenti che hanno meno di 16-17 anni, figli di Internet piuttosto che di Gutenberg, circondati ogni giorno da computer e videogiochi, smartphone e tablet. Eppure, proprio perché consapevoli del divario generazionale e tecnologico, docenti desiderosi di colmarlo, che lasciano entrare in aula i nuovi strumenti digitali emultimediali, riuscendo a stimolare l’attenzione degli alunni e a rendere più alto il loro rendimento. È il ritratto della scuola italiana che emerge dal report «Le potenzialità della Lim e dei LimBook», condotto da GfK Eurisko per l’editore Pearson Italia e visto in anteprima da «la Lettura».
Firmato da Elena Cappelletti, psicologa e direttrice di ricerca nell’Area media, lo studio si basa sulle interviste online a 333 docenti della scuola secondaria di primo grado (le vecchiemedie) che insegnano in istituti dotati della lavagna interattiva multimediale, la cosiddetta Lim. «Professori che costituiscono un campione rappresentativo perché equamente suddivisi per regioni geografiche e per discipline insegnate», spiega Cappelletti.
Pennarello digitale al posto del gesso bianco, dotata nella sua versione più comune di un proiettore, oltre che collegabile al computer, la Lim consente di scrivere, mostrare video e immagini, navigare su Internet. Funzioni base cui se ne possono aggiungere di più sofisticate via via che si acquisisce dimestichezza, ma che bastano già a rivoluzionare una lezione tradizionale nel segno della multicanalità e della partecipazione. Una buona cartina di tornasole, dunque, dell’attuale uso delle nuove tecnologie nella scuola italiana.
Stando ai dati di GfK Eurisko-Pearson, in effetti ai docenti la Lim piace. Nonostante oltre la metà dei professori intervistati ammetta che il carico di lavoro è aumentato e l’84 per cento sostenga di aver incontrato difficoltà d’uso iniziali, il 98 per cento non vorrebbe più tornare indietro. Più in dettaglio, il 91 per cento considera la lavagna interattiva uno strumento flessibile e adatto a tutte le materie, il 79 per cento vorrebbe seguire altri corsi di formazione per poterla sfruttare al meglio, il 73 per cento è convinto che rappresenti una grande opportunità.
Rispetto alla vecchia grafite nera, il principale pregio viene riconosciuto nella capacità di migliorare il rendimento degli studenti. Nessun problema di distrazione dovuto almezzo interattivo, testimoniano infatti gli insegnanti. Tutt’altro. Di fronte a una soglia di attenzione dei nativi digitali sempre più bassa — stimata in media sul quarto d’ora — l’uso della Lim migliora la concentrazione: molto, per il 31 per cento degli intervistati, un po’ per il 52 per cento.

In base allo studio GfK Eurisko-Pearson, inoltre, poco più della Studenti più bravi con la LIM metà dei professori che usano la nuova lavagna, hanno sperimentato anche i LimBook, ovvero libri di testo digitali pensati apposta per la Lim. Buoni i primi riscontri: arricchita da presentazioni, animazioni, video, esercitazioni e laboratori interattivi, la nuova frontiera del manuale scolastico piace all’81 per cento degli insegnanti.
«L’impressione complessiva è quella di un metodo d’insegnamento meno verticale — conclude la curatrice dello studio Cappelletti —. Ma senza mai abdicare all’autorità del docente. La Lim e i Limbook, infatti, funzionano solo se è il professore a calibrare i tempi e a decidere il percorso. Giocando nella nuova didattica partecipativa un ruolo non ridimensionato ma rafforzato».
Twitter @al_rastelli
Studenti più bravi con la LIM 

2 commenti:

gradesci ha detto...

Non ho motivo di mettere in dubbio il senso del titolo,ci mancherebbe. Quindi ben vengano le innovazioni didattiche associate all'uso delle nuove tecnologie. Il punto è che, mi viene da pensare, il loro utilizzo richiede insegnanti più bravi dal punto di vista didattico, capaci appunto di "calibrare i tempi e a decidere il percorso" come dice l'articolo. Prima che agli studenti una buona dose di formazione va dedicata agli insegnanti.

fara ha detto...

La formazione ê necessaria se si vuole andare appena oltre l'uso delle funzioni base. Soprattutto diventa necessario pianificare nel dettaglio ogni intervento didattico, anche al fine di evitare o almeno ridurre l'inevitabile confusione che accompagna l'apprendimento partecipativo e collaborativo.